Drawn by Genoese architect and engineer Renzo Picasso, it’s an enthusiastic celebration of the vertical growth of the city at the end of the 1920s. Under the title “SKYLINE GENESIS - the European past of the American present,” he compares the “natural” way people assemble to the growth of a village (and then city) with the highest buildings and pinnacles at its centre.
ON A CURIOUS NOTE: The drawing was conceived and first printed in 1930. Some of the skyscrapers depicted were still in construction at the time and Renzo Picasso represents them in that phase: with cranes and the structural iron work visible. To show their future height and impact on the skyline, he traces their peaks as a profile over the cloudy sky.
In anni di appassionate visite a New York e di rapporti epistolari con architetti e ingegneri della città, Renzo Picasso realizza una serie di tavole studio una più sorprendente dell’altra: dai semafori ai grattacieli, dalla metropolitana alla costruzione di ponti e tunnel sotterranei.
Questa in particolare riproduce i maggiori edifici dell’epoca con l’idea di celebrare la genesi dello skyline cittadino: interessante è che gli edifici ancora in costruzione sono disegnati nello stato di avanzamento lavori e la loro sommità è graficamente raffigurata al solo tratto per mostrarne altezza e ingombro futuri.
Essendo la tavola del 1930, si vedono già indicati gli edifici la cui costruzione si sarebbe conclusa nel 1931, come viene indicato dallo stesso Picasso nelle note inserite nel disegno.
"Le sezioni esposte sotto il titolo URBANISMO — « Self Supporting » — che si sostiene da sé stesso — sono state compilate per mettere in evidenza come le spese di rinnovo dei centri cittadini possano essere sostenute volontariamente soltanto da coloro che hanno, o che credono di avervi interesse; e per seguire sempre la norma di scienza — che indica di analizzare qualsiasi caso particolare attraverso la più perfetta conoscenza del caso generale — le fasi di rinnovo, sono state immaginate sviluppate sopra un terreno piano libero da vincoli d’altezza, solamente sollecitato dalla forza economica urbana. Le fasi, limitate a quattro per semplicità, di comprensione e precisate dalle curve punteggiate, indicano il crescere di statura degli edifici, ossia le avanzate verticali urbane, gli sbalzi al cielo della famosa « Skyline » — linea del cielo.—
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Come caso particolare è stata compilata la tavola « Skyline Genesis » ossia la genesi dei profili di New York che raffigura la più grande applicazione di questo principio. Entrambe le vedute sono state prese dal Nord e rappresentano l’estremità meridionale di Manhattan, il « Down Town »: quella in alto, come si trovava nei 1679, secondo un disegno conservato della Società di Storia di Long Island, in cui lo scrivente ha indicato, con punteggiate verticali, la posizione degli edifici «Records» e quella in basso, come si trovava nel 1930, colle altezze, gli anni e le caratteristiche architettoniche dei più alti edifici e colle posizioni delle vette di quelli allora in costruzione.
Cominciando a considerate la croce terminale della primitiva Trinity Church, la chiesa della Trinità del 1697, distrutta dal grande incendio del 1776 e quindi quella dell’attuale iniziata nel 1788, sino all’avvento dei primi grattacieli e particolarmente del « Manhattan Life » con 17 piani nel 1893; si può dire che per quasi tre secoli lo « Zenit » della « Skyline » di New York, sia stata la croce della Trinity Church.
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In quanto agli edifici « Records » che si succedettero nel « Down Town » e particolarmente nel « Focal Point of American Business » — punto focale degli affari americani — dove i grattacieli sono a « Rub-Elbow » — frega gomito — come indica la veduta in basso, sono quattro: il « Singer » del 1908 con 187 metri che ebbe un primato di 5 anni, il « Woolworth» del 1913 con 242 metri che ebbe quello più lungo, 27 anni; il « Manhattan Bank » del 1930 con 282 metri che ebbe il più breve, un anno; ed il « Cities Services » del 1931 con 290 metri, altrimenti detto « Sixty Wall» che detiene quello attuale colla probabilità, dato l’orientamento dei tempi, di conservarlo indisturbato per parecchi anni."
Renzo Picasso